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Originariamente la processione, negli anni '40 si svolgeva alle prime luci dell’alba ore 05.00 il suono della troccola e dei tamburi annunciavano l’inizio della celebrazione religiosa, poi spostata negli anni '60 alle ore 08.00 del mattino del Sabato Santo poi dal 1975 alle ore 16.00 del Venerdi’ Santo.

Oggi la processione prende avvio dalla chiesa di Santa Maria La Nova,( trasferitasi in quest’altra per motivi di consolidamento della vecchia Chiesa dei Cassari dal 1995) nel pomeriggio del Venerdì Santo alle ore 16.30, si svolge percorrendo il quartiere e alcune vie del centro storico della città di Palermo.

Il Simulacro dell’Addolorata e una statua scolpita sul legno dallo scultore Girolamo Bagnasco, e il Cristo Morto e di cartapesta di autore ignoto.


La processione è così composta ; Tamburi, Croce, Stendardo della Confraternita maschile con Bacchette, Giudei Figuranti con Centurione, la Banda che intona le marce funebri, l’urna del Cristo Morto con ai lati i4 Giudei, la Confraternita Femminile con stendardo, il Sacerdote, la Vara dell’ Addolorata e la Banda.

La processione si conclude intorno le ore 00.30 .



La confraternita è composta da 50 confrati.
Il più anziano con quasi 70 anni di confraternita è il sig.Giuseppe Genzardi , il più giovane ha circa 6 mesi.
La maggior parte della vocazione viene trasmessa da padre in figlio ed anche la confraternita femminile si forma all'interno del nucleo familiare.
E' la La terza più antica della città di Palermo, dopo la confraternita dei Cocchieri e della Soledad.
Opera nella chiesa di S.Maria La Nova.

INTRODUZIONE

 

Due secoli e mezzo di vicissitudini spirituali e temporali, di periodi aurei e meno fausti, l'amore per i due simulacri è stato il motore principale dei congregati, all'inizio per lo più camerieri e servitori, che pur nella lotta per la sopravvivenza riuscivano a mettere qualche soldo da parte per contribuire alla processione del Venerdi Santo.

La congregazione inoltre, grazie  allo spirito tenace e devoto dei suoi membri, per due secoli e mezzo è sopravvissuta ai cambiamenti di governo, alle guerre, alle ristrettezze economiche che hanno causato lo scioglimento di tanti sodalizi ed è giunta sino ad oggi, testimonianza di una storia antica, di tradizionali riti, di fervore sincero.

 Oltre alla Confraternita maschile, vi è la sezione femminile indipendente e autonoma. Si avvale di un seggio completo di: Superiora, Congiunte, Segretaria, Cassiera, Prefetto di Sacrestia ed il Maestro delle Novizie. Nel 1972 veniva costituita. Il 26 Novembre 2000 venne eretta secondo lo statuto diocesano delle confraternite e si aggrega all’unione nazionale delle confraternite laicali d’Italia. Firmato dal Cardinale Salvatore De Giorgi. Prende il nome di: Maria SS.Addolorata ai Cassari Sezione Femminile. Le funzioni di quest’ultima sono molteplici: scopi benefici, ordine e pulizia nella parrocchia, accompagnano il corteo del Venerdi Santo con canti e preghiere, mantengono impeccabili gli indumenti dell’Addolorata , si occupano di vestire e spogliare l’Addolorata (le consorelle nubili), ed inoltre sono esempio di fede e devozione per Nostro Signore e Maria Vergine. i tuoi utenti.

la sezione femminile

STORIA

COME NACQUE

LA CONFRATERNITA

La fondazione della prima confraternita dedicata all' Addolorata aveva contribuito ad accrescere la devozione per la vergine nel quartiere.

A questo titolo si mostrarono prticolarmente vicini tre esponenti del ceto nobile della città che nel 1755 promossero un'altra congregazione dedicata all'Addolorata.

Il primo di essi fu  Americo Amari conte di S.Adriano (1704-1766) che proprio in quegli anni si faceva costruire il suo palazzo sul cassaro nuovo, tra le vie Chiavettieri e Calzonai. Nella fondazione del sodalizio egli si avvalse dell'aiuto del fratello don Adriano (1726-1787), sacerdote della congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri. A loro si aggiunse pure il contributo del cavaliere Francesco Vanni e Setaiolo,figlio ultro genito di Placido, primo duca di Archirafi, e di Francesca Setaiolo, il quale abitava con la sua famiglia in un palazzo di via Tavola Tonda di fronte la parrocchia di San Giacomo.

La famiglia Vanni mostrava una particolare devozione per l'Addolorata; infatti la duchessa di Archirafi aveva fondato un legato di messa per l'altare dell'Addolorata nella chiesa di S.Maria di Montesanto. Inoltre Giuseppe Vanni e Setaiolo, fratello dell suddetto fondatore, lascerà per testamento l' 1 settembre 1783 al padre preposto della chiesa di S.Ignazio all'Olivella 4 onze annuali perpetue (ad effettuo di impiegarle  in ogni anno in una fatta d'esercizi di S.Ignazio nel giorno che designerà detto preposito e ciò per la congregazione dei servi, lachè e staffieri del Venerdi in S.Maria del Lume alli Casciara).

Sembra dunque che la congregazione sia nata dalla colaborazione tra i padri Pii Operai, che per statuto organizzavano gli esercizi spirituali di S. ignazio e la congregazione dell'oratorio che aveva come fondatore lo stesso Santo, tant'è che uno dei fondatori è un sacerdote filippino e il fratello di quest'ultimo lascerà un legato amministrato dal preposto di S. Ignazio all' Olivella. La categoria dei servitori aveva già costituito altre confraternite in città dividendosi in diverse specializzazioni. Una di queste, il ceto dei gentiluomini, cortigiani e maggiordomi, aveva sempre mostrato venerazione per l'Addolorata, tant'è che nel 1634 aveva fondato la congregazione di S. Maria della Pietà detta del Monte delle Sette Opere di Misericordia che nel 1682 cambiava titolo in Addolorata.Tuttavia l'ingresso alle congregazioni già esistenti era con ogni probabilità divenuto difficoltoso per il ceto dei camerieri, staffieri e lacchè, perchè molti di loro, costretti ad impieghi saltuari, non potevano fornire garanzie di affiliazione a sodalizi antichi e prestigiosi dacui, in caso di perdita del lavoro, sarebbero stati presto radiati. Quindi con ogni probabilità questi servitori, talvolta precari o senza particolare specializzazione, vollero fondare una nuova associazione allo scopo di ritagliarsi anche loro uno spazio nel tessuto confraternale cittadino. l'erezione della congregazione dei servitori avviene in ritardo perchè l'istituto associazionale, che ha dato i maggiori esempi in città nei due secoli precedenti, è avviato al declino e le nuove fondazioni confraternali dopo il 1750 sono poche. Evidentemente alcune classi meno abbienti ne avvertono ancora il bisogno e l'occasione viene colta al volo dai padri Pii Operai che ospitano la nuova congregazione nella loro chiesa e la dirigono spiritualmente:LA CONGREGAZIONE (DEL LUME) ASSEGNA ALLE CONGREGAZIONI FONDATE SUE FIGLIUOLE UN'OPERAIO CHE VI PRESIEDA E VI LAVORI COME IN CONTINUA MISSIONE. dI TAL SORTA è OGGI LA CONGREGAZIONE DI MARIA SS. ADDOLORATA DEI SERVITORI DENTRO LA NOSTRA CHIESA, DEL TUTTO SOGGETTA A NOI. Con il decreto reale dell'11 Febbraio 1781, le confraternite dipenderanno per la parte laica dal sovrano. In base a questa legge negli anni successivi gli statuti delle congregazioni dovettero essere esaminati e approvati nuovamente dal magistrato laico. Anche la congregazione dell'Addolorata farà esaminare i suoi statuti che, corretti e aggiornati, verranno approvati nel 1785, ma il loro testo è andato perduto. Tra la fondazione del sodalizio e l'approvazione dei primi statuti erano già trascorsi trenta anni durante i quali non abbiamo notizia dell'attività dei confrati. Inizialmente i confrati dovettero radunarsi ai piedi del dipinto che era nella prima chiesa del Lume, nell'altare del Crocifisso, raffigurante l'Addolorata con Cristo Morto nelle braccia, descritto dal Mongitore. Tuttavia sconosciamo quale simulacro i confrati portassero in processione il Venerdì Santo. L'attuale statua commissionata a Girolamo Bagnasco, non coincide come data alle origini della congregazione, dato che lo scultore sia nato nel 1752 e morto nel 1832. L'Addolorata sarà stata commissionata al Bagnasco presumibilmente nei primi anni del 1800, periodo in cui lo scultore ha raggiunto la sua piena maturazione neoclassica. Negli anni passati è andato disperso una specie di libricino in cui c'era scritto il compenso in onze pagato al Bagnasco e la data,non sappiamo che fine ha fatto, abbiamo soltanto la testimonianza del decano dei confrati il signor Genzardi che conferma la presenza di tale documento che sarebbe preziosissimo.

 

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